In questi giorni di festa uscite per guardare il cielo e, se possibile, il mare, ma soprattutto, dovunque voi siate, per sentire il vento. E' bellissimo, libero e gratuito, vivifica la carne e i pensieri.
Buon vento.
Uomo
libero, amerai sempre il mare! scrive Charles Baudelaire.
Ma per
amarlo dovrai conoscere e innamorarti anche del vento, insegna
l'esperienza. Se il mare è lo spazio della libertà, il vento è il
suo respiro. Libertà e gratuità, la seconda caratteristica che
accomuna questi elementi. Grandiosi, a volte dolcissimi, altre
brutali, sempre affascinanti. Il mare e il vento sono da millenni
complici dell'irrequietezza dell'uomo, parafrasando Joseph Conrad. Il
Mare e il Vento, due indomiti fratelli che l'uomo ha potuto
avvicinare solo grazie alla benevolenza di una loro altrettanto
libera e gratuita sorella, la Vela.
Nere
quelle di Teseo, bianche quelle di Odisseo, Giasone ed Enea, purpuree
quelle di Cleopatra e Antonio. Fatte di lino, canapa, cotone e
dacron, di forme quadre, latine, auriche, al terzo, bermudiane.
Diverse per colori, materiali e tagli, ma anche per necessità,
ambizioni e sogni; tutte accomunate dalla forza motrice. Vento,
vjetar,
wind, ווינט,
erë, الرياح,
rüzgar, viento, vent, nelle
lingue mediterranee di oggi,
ánemos
per gli antichi greci. Ánemos,
che riempie la vela e l'anima. Non a caso in passato la bonaccia era
una disgrazia, spesso peggiore della burrasca.
Otto
quelli principali, altrettanti i secondari, sedici le quarte. Insieme
compongono il più prezioso dei fiori per il navigante, quella rosa
dei venti a trentadue petali che da secoli sta al centro delle mappe,
delle bussole, dei giorni di ogni Ismaele. Se direzione, verso e
intensità descrivono i venti a ogni latitudine, solo in Mediterraneo
hanno anche nomi propri. Troppo lunga e articolata è la loro storia
per non assurgere all'Olimpo, fin dall'antichità. Figli di un
signore caro agli dei immortali, custode capace di arrestarli o
eccitarli, secondo il racconto odissiaco. Ed è proprio nel più
antico dei libri di viaggio che viene descritta la prima rosa,
semplice, quadripetala, composta da Euro, Noto, Zefiro e Borea. Per
noi sono Levante, Ostro, Ponente e Tramontana, a cui si interpongono
Scirocco, Libeccio, Maestrale e Grecale. Attenzione, disposti
nell'ordine caro agli antichi, cioè a partire da est, dall'inizio
del giorno e di tutte le cose.
I
venti hanno effetti, odori, colori, rumori, addirittura sapori
particolari e inconfondibili a seconda dei luoghi. Spingendo le
nostre piccole vele, allo stesso modo di quelle umili o gloriose del
passato, rinnovano una storia antica. I venti scrivono; segni labili
sulla superficie del mare, indelebili nel profondo del ricordo,
individuale e collettivo.
ps
Vi anticipo che assieme al musicista Marco Fagotti sto lavorando a un audiodocumentario dedicato al vento, intitolato "Il vento scrive", che dovrebbe andare in onda su Radio Tre. Non mancherò di informarvi.