Racconti di isole, venti, vele, nuoto e remi, oltre a qualche idea sul nostro mare quotidiano - Fabio Fiori

giovedì 31 ottobre 2013

Biblioteca di mare e di costa

Come anguilla “che risale in profondo, sotto la piena avversa”, riprendendo un verso di Eugenio Montale, anche noi risaliamo controcorrente le vie d’acqua che portano dall’Adriatico al Po. Possiamo farlo a piedi o a pedali o a remi, magari partendo da Ravenna, la più orientale delle città lambite da uno degli infiniti rami, passati e presenti, del grande Fiume.
In tutti e tre i casi possiamo farlo con l'aiuto del nuovo, prezioso, portolano fluviale di Paolo Rumiz che del lento viaggiare ha fatto ragione e racconto di vita. E’ uscito infatti nella primavera scorsa “Morimondo” (Feltrinelli, pp. 315; € 18), diario di un viaggio fatto da Rumiz lungo il Po, dalle dolci rapide di Staffarda, qualche decina di chilometri a valle delle sorgenti del Monviso, alla selvaggia quiete del Delta e di lì a Sansego, idealmente la più orientale delle Isole Elettridi. Isole leggendarie, come tutte le storie che Rumiz è andato cercando lungo il Po, il “grande monosillabo” a cui non serve l'articolo, perché non è un luogo ma un Dio che si fa carico da decenni di tutte le nostre immondizie, colpe ed errori, e, malgrado tutto, è ancora capace di cantare. Più prosaicamente avendolo disceso a remi e a vela, gli unici modi che consentono un ascolto attento, Po è prima di tutto “l'ultimo spazio d'avventura d'Italia”. Settecento chilometri, compresi i rami deltizi, che diventano millequattrocento di rive libere e selvagge.
Dopo pochi giorni dalla partenza Rumiz capisce che il suo obiettivo non sarà elencare, spiegare o citare, la vasta letteratura umanistica e scientifica, ma sarà quello di entrare nella leggenda. Un compito assai arduo perché l'acqua, dolce o salata che sia, è infinitamente più difficile da decifrare della terra. Difficoltà legate ai segni che sono labili come le rotte, alla scrittura che diventa tremolante come le onde, ai pensieri che svaporano come le acque. Così il taccuino dell'autore rimane vuoto per giorni, il Fiume non si disvela facilmente, è “acqua in ostaggio” come i rarissimi uomini che la abitano, nel senso pieno del termine. A ciò si aggiungono gli imprevisti, tra cui il ribaltamento con tutte le conseguenze del caso. Anche Rumiz sperimenta la perfidia dell'acqua, quando inaspettatamente punisce una sua distrazione, facendolo ribaltare e cancellando le poche parole appuntate nei giorni precedenti. Ma, malgrado tutto, miglio dopo miglio, vogata dopo vogata, Rumiz scopre che l'unico vero modo per conoscere un fiume è navigarlo, vivendo “una grandiosa avventura. Oltre ogni speranza, ogni immaginazione”.
Non manca comunque una precisa geografia fatta innanzitutto di toponimi di antichissima ascendenza, una dettagliata narrazione di suggestivi incontri, una minuziosa riscoperta di storie fluviali dimenticate. Tutte queste annotazioni hanno allungato all'inverosimile anche la mappa del Fiume, facendone una vera e propria Tabula Rumiziana lunga tre metri, larga sessanta centimetri, redatta minuziosamente a mano e continuamente aggiornata, che trovava la sua perfetta collocazione la sera sui tavoli delle osterie. Già, le osterie “favolose stazioni del pellegrino fluviale!”, di quello di ieri come di quello di oggi, che se apparentemente sconta il venir meno di paesaggi e dialetti, ritrova comunque nella strepitosa varietà e gustosità dei cibi, l'ultimo rifugio delle identità locali.

Perché poi un libro dedicato a Po si chiami “Morimondo”, titolo che evoca il realismo magico di Gabriel García Márquez, un altro grande narratore fluviale, lo scoprirà solo il lettore più attento, quello che, con la stessa pazienza richiesta da ogni viaggio, saprà attendere il preciso momento in cui l'autore lo rivela, facendolo finalmente salire a bordo.

venerdì 18 ottobre 2013

Incontri

"Ogni volta che issiamo una vela, entriamo a far parte di un mondo antico. Rinnovando un rituale di comunione con il vento, entriamo nell’ánemos del Mediterraneo"


Mercoledì 23 ottobre, ore 19.15
Rimini - Enoteca "Lavanderia" via Cavalieri, 16

Respiro mediterraneo. Storie di venti e di vele

Una chiacchierata marinaresca, organizzata dall'Agenzia Nautica Albatros di Rimini, a partire dai miei ultimi libri "Anemos. I venti del Mediterraneo" e "Vela libre. Idee e storie per veleggiare in libertà".