Racconti di isole, venti, vele, nuoto e remi, oltre a qualche idea sul nostro mare quotidiano - Fabio Fiori

sabato 20 febbraio 2016

Predrag Matvejevic - Candidatura al Nobel

Ho avuto la fortuna non solo di conoscere Predrag Matvejevic leggendo il suo libro capolavoro, Breviario mediterraneo; e questo sarebbe già sufficiente. Ma ho scambiato direttamente con lui, per quindici anni, idee e letture. Soprattutto non dimenticherò mai quella sua prima cartolina di Mostar che mi inviò da Roma. Triplo fu allora il mio stupore, in primis perché, avendo letto e apprezzato alcuni miei articoli sull'Adriatico, mi invitava a proseguire il lavoro. Ma anche quella doppia geografia che la cartolina riassumeva. Mostar, la città natale, e Roma, una delle città adottive, nel suo lungo asilo/esilio, riprendendo il titolo di un altro suo libro.

Oggi Predrag sta male e ha bisogno del nostro aiuto. Come? Innanzitutto sostenendo l'appello alla sua candidatura al Nobel, che ho scritto insieme ad altri amici ed estimatori, tra cui Pino Aprile e Nicolò Carnimeo. E' stata pubblicata questa mattina su diversi quotidiani, la Gazzetta del Mezzogiorno, il Corriere Romagna, il Secolo XIX.

Chi vuole sottoscrivere la lettera può scrivere una mail a nobelpermatvejevic@gmail.com indicando nome cognome e qualifica. Qualora lo si desideri si può aggiungere un pensiero che si farà recapitare allo scrittore.

LETTERA DI CANDIDATURA AL NOBEL DI PREDRAG MATVEJEVIC

Predrag Matvejevic è la sintesi dell'Europa, anche dell'Est, che si riconosce nel Mediterraneo e nella sua storia: nella sua vita, nella sua famiglia, nella sua opera letteraria e politico-letteraria, ai tempi della cortina di ferro, si ritrovano quasi tutte le etnie, le religioni, le nazionalità e le culture che oggi come ieri, qualcuno vuole trasformare in ragione di conflitto. Tutta l'opera di Matvejevic, ma in particolare il suo impareggiabile Breviario Mediterraneo, ripercorre quelle differenze presunte, mostrandone, come forse nessuno ha fatto, oltre lui e Braudel, quanto siano nostre, di tutti; mutandole, così, in ragioni di convivenza, arricchimento, scambio.
Ma, soprattutto, a Matvejevic si deve una concezione poetica altissima, che fonde la sua capacità di sentire con quella di capire i luoghi e le genti della sua Europa: egli ha elaborato la teoria della “geopoetica”, intendendo che sono i luoghi, sedimentando storia e sentimenti di tanti popoli, che emanano poesia; i poeti non la creano, quindi, ma semplicemente, con la loro maggiore sensibilità, la colgono e la “traducono” con i loro versi, mettendola a disposizione degli altri.
L'immensa modestia di Predrag ne nasconde il valore. La modestia è una grande virtù; portata all'esagerazione, è un delitto, perché danneggia il bene.
I fatti di questi giorni, e più in generale di questi anni, rendono tragicamente attuale l'ammonimento di Predrag Matvejević: “sono immense le incongruenze che hanno contrassegnato le diverse civiltà e culture del Mediterraneo, vecchie e nuove” e continua aggiungendo che “lo tradiamo accostandoci ad esso da punti di vista eurocentrici”. Perciò rimane di grande attualità, diremmo obbligatoria per tutti coloro che hanno a cuore una pacifica e fruttuosa convivenza mediterranea, la rilettura di Mediteranski Brevijar, pubblicato nel 1987 in serbo-croato e tradotto poi in francese, italiano e in tante altre lingue. In quei lontani anni Ottanta, gli occhi europei erano tutti rivolti a est, dimentichi del sud, che per l'Europa corrisponde con il Mediterraneo, “il mare della vicinanza”. Una vicinanza che per non rivelarsi conflittuale, deve praticare l'ascolto e accettare la convivenza nella diversità, storica, politica e religiosa. Questo è innanzitutto il primo insegnamento di Mediterraneo. Un nuovo breviario. Ma ancora dieci anni dopo, al Collège de France, malgrado la caduta del Muro, le tragedie balcaniche e l'esodo albanese, Matvejević ribadiva inascoltato che “L'immagine che ci offre il Mediterraneo non è affatto rassicurante”, invitando perciò tutti a conoscere e valorizzare “modi di essere e maniere di vivere comuni o avvicinabili, a dispetto delle scissioni e dei conflitti”.
Può essere sufficiente un libro per candidare al Nobel l'autore? Noi crediamo di sì.
Ma se ciò non bastasse, allora aggiungiamo il valore letterario e culturale, antropologico e storico, di tutti gli altri suoi libri, tra cui ci limitiamo a ricordare: Epistolario dell’altra Europa, Mondo Ex: confessioni, Tra asilo ed esilio. I titoli sono già sufficienti per riassume la tensione morale di Matvejević, volta alla comprensione dell'alterità culturale. In ultimo, Pane nostro, può essere letto anche come un manifesto della condivisione del più necessario e sacro degli alimenti dell'uomo.
Avanziamo perciò la candidatura al Premio Nobel per la Letteratura a Predrag Matvejević, nato a Mostar e cresciuto sulle rive del Mediterraneo che ha magistralmente narrato, guardando con grande attenzione e sensibilità genti e culture dei tre continenti che lo bagnano.