C'è
anche un romagnolo, Tommaso Garzoni scrittore e canonico per l'ordine
che nel Cinquecento reggeva la basilica di Santa Maria in Porto a
Ravenna, nella intrigante e, per certi aspetti misteriosa, storia
della bussola. Perché nel 1583 fu tra i primi a descrivere
minuziosamente il “bussolo con la calamita”. Quel bussolo che
conteneva e contiene anche la rosa dei venti, a quattro, otto, sedici
o trentadue petali. “Gli sedici venti principali, del soffio del
quale deve intendersi benissimo il nocchiere”, scriveva Garzoni.
Anche oggi il marinaio, piccola o grande che sia la barca, deve avere
una certa dimestichezza con i venti, almeno per direzione e
intensità. Se poi ne conosce anche le caratteristiche, in relazione
alla geografia dei luoghi su cui spirano, sarà certo un bene. Per
chi poi ne volesse sapere qualcosa di più, sul versante mitologico e
storico, ci sono diversi libri a cui si è andato ad aggiungere
recentemente quello di Enrico Gurioli, giornalista e appassionato di
mare, intitolato “Il piccolo libro dei venti”. Gurioli ha
raccolto miti e storie legate a un elemento meteorologico di grande
importanza “che si sente, si ascolta”, ma non si vede, se non nei
suoi effetti. Più precisamente l'autore ha raccontato i venti del
Mediterraneo, gli unici con un nome proprio, aggiungiamo noi. Il
libro, corredato da immagini tematiche, è diviso in tre parti. Nella
prima l'attenzione si focalizza sulla rosa dei venti, nella seconda
sulle stagioni, nella terza sulle geografie. Nella prima parte ci
sono pagine dedicate a una rara reliquia anemoscopica, cioè utile a
indicare i venti, conservata a Pesaro, al Museo Oliveriano. E'
chiamato Anemoscopio di Boscovich, dal nome di un illustre riminese
acquisito. Fu infatti l'astronomo gesuita Ruggero Boscovich, nato a
Ragusa, che alla metà del Settecento misurò l'arco di meridiano tra
Roma e Rimini, a interpretare il significato di quel disco di pietra
d'età romana, dove si leggono i nomi dei venti. Infine non potevano
mancare numerose pagine dedicate al più noto dei venti adriatici, la
Bora, che continua imperterrita a scompaginare anche le giornate dei
velisti, come hanno potuto verificare ancora una volta qualche
settimana fa a Trieste in occasione dell'ultima edizione della
Barcolana. Perché, nonostante le previsioni siano sempre più
precise, l'umore della Bora non è ancora del tutto prevedibile.
Enrico
Gurioli, 2015. Il piccolo libro dei venti. Pendragon, Bologna, pp
128, € 11,00.
Pubblicata oggi, lunedì 2 novembre 2015, sul Corriere Romagna.