E' ispirato alla fotografia di Cesare Ricci, autore dell’immagine scelta per il #BFF33.
Incù vi guardo, solitari e distratti sulla cima del
molo.
La magnificenza non sempre basta per destare
attenzione. Soprattutto, quella placida
dei giorni d'estate. Stupisce il sole all'alba, evoca la vela all'orizzonte, incanta la luna a levante.
Ma è solo nel mio riflesso che si compie la loro struggete bellezza.
Oggi vi ascolto, solitari e silenziosi sulla
cima del molo.
La musica non sempre basta per suscitare
ammirazione. Soprattutto, quella lenta
dei giorni d'estate. Ammalia lo stridio di una sterna, narra lo sciabordio di
una prua, rapisce la melodia di un vento. Ma è solo nella mia eco che si amplifica la loro struggente
bellezza.
Vorrei vedere le vostre
schiene, per cercare di capire chi siete, per immaginare le vostre storie. Non gli occhi che
possono tradire, non le mani che non
sanno mentire. Le schiene, che sono pietre scolpite dalla fatica, tavole modellate dalle consuetudini.
Siete operai che sognano
le onde nei turni di notte? impiegati
che sognano le brezze nelle pause pranzo? contadini che sognano le acque nei giorni a
cottimo? Siete venuti stringendovi su
una lambretta? tenendovi per mano in un vagone? scambiandovi sguardi su una seicento? Perché
avete scelto una banchina deserta e non
una spiaggia affollata? Forse non siete distratti da una tribolazione feriale? al contrario, siete concentrati in
una preghiera festiva?
Solo la vostra schiena
potrebbe rispondere, raccontando le vostre vite, le vostre vacanze, i vostri
sogni.
Il Mare quel giorno non
vide le loro schiene, non ricevette risposta, perché non si girarono per tornare.
Si racconta che aspettarono immobili la sera, quando si
imbarcarono su una nave impavesata di
luci. Misero poi la prua verso il largo, mentre a poppa si stendeva una scia evanescente di
bagliori e di note. Solo loro sul ponte
danzavano al ritmo di una musica d'oriente. Era una ballata che parlava di
isole lontane, di porti felici, di amori d'oltremare.