“L'arte dei remèri. I 700 anni dello statuto dei costruttori di remi” (Aa. vv. - a cura di Giovanni Caniato, Cierre Ed., Verona; pp 276, € 23,00) è
una vera e propria summa della storia di remi, rematori e remèri di Venezia,
una delle più durature e illustri capitali mediterranee del remo. Il libro è
stato pubblicato per la prima volta nel 2007, proprio in occasione dei 700 anni
dello statuto della Mariegola dei Remèri, cioè della confraternita dei
costruttori di remi, che venne ratificato il 15 settembre 1307. Un approfondito
excursus storico e tecnico su questo strumento, per secoli indispensabile,
perciò oggetto di attenzione e addirittura di venerazione, insieme al suo
fondamentale complemento: la forcola. Forcole che a Venezia, a bordo delle
gondole, sono diventate oggetti d'arte di straordinaria bellezza. Non a caso il
libro è dedicato a Giuseppe Carli (1915-1999), “maestro ineguagliabile e
artefice del riscatto dei remèri ottenuto elevando la fórcola a oggetto
ricercato per le sue qualità plastiche oltre che funzionali”. Nel libro vengono affrontati tutti gli
argomenti legati alla storia, alle caratteristiche e alla produzione di remi e
forcole, dall'età dell'oro medievale fino alle creazioni dell'ultima
“generazione di remèri”, tra cui quelle di Saverio Pastor che alla metà degli
anni Settanta del Novecento impararò il mestiere andando a bottega proprio da Giuseppe
Carli. Per secoli il legname necessario alla costruzione veniva dai boschi
alpini e balcanici. Importantissimo è quello del Cansiglio che tra Cinquecento
e Seicento riforniva di ottimo faggio la Serenissima. Da qui provenivano stele
da remo per ogni tipo di imbarcazioni,
dalla grande galeazza che aveva remi lunghi 15 metri al piccolo copano,
armato con remi di 6 metri. Grande attenzione è posta anche all'evoluzione
recente dei materiali di costruzione, cioè dalle stèle de faghèr ai remi
in lamellare. Da una cinquantina d'anni il faggio è sostituito con il ramino,
essenza orientale, più rigida e leggera. Luigi Divari invece propone un testo
dedicato alla voga sulle barche da pesca, corredato da suoi suggestivi
acquarelli.
Il libro si chiude con un dettagliato elenco ragionato dei luoghi della
memoria,ossia di tutte quelle istituzioni che a vario titolo, in tutta Italia,
conservano oggetti, immagini, memorie dei remi e delle barche su cui erano
armati.
Articolo pubblicato sul Corriere Romagna di lunedì 22 settembre 2013