E' in edicola BOLINA di ottobre, in cui troverete il racconto de "Il Nuovo Trionfo", uno dei pochi trabaccoli ancora naviganti, che proprio quest'anno compie novant'anni.
Non è facile vivere a lungo per una barca, soprattutto se era da lavoro e a vela, perché il mare e il vento sono implacabili. Inoltre nell’ultimo secolo, i materiali, le tecniche e le finalità sono cambiate rapidamente e così le barche non solo sono naufragate ma sono state anche abbandonate o demolite, complice in Italia una folle legge riguardante il ritiro delle licenze pescherecce.
Perciò assume ancora maggior valore, affettivo e testimoniale, il novantesimo compleanno del trabaccolo Il Nuovo Trionfo, che si festeggia quest’anno. Venne varato infatti nel 1926 a Cattolica, importante centro peschereccio tra le Marche e la Romagna, costruito nel cantiere di Ferdinando Ubalducci. Uno degli ultimi maestri di quell'arte di costruire barche che era “la continuazione e la conclusione … di una storia che iniziò orientativamente nel neolitico” e che vide una svolta decisiva nel Quattrocento, quando si consumò una “rivoluzione nautica”, rimasta per secoli alla base della tradizione adriatica, come scrisse Marco Bonino nel catalogo della mostra “Barche e genti dell'Adriatico. 1400-1900”, una pietra miliare per lo studio della cultura marinaresca.
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Dal 2008 la barca è di proprietà della “Compagnia della marineria tradizionale Il Nuovo Trionfo” che ne ha curato subito un importante restauro e la valorizzazione storica e culturale. Anche in questi mesi la barca è in cantiere per poter felicemente veleggiare verso l'ambizioso traguardo dei 100 anni.
L'articolo completo è pubblicato sul mensile BOLINA di ottobre 2016.