Nicolò Carnimeo
COME E' PROFONDO IL MARE
Dal nostro inviato nella più grande discarica del Pianeta
La plastica, il mercurio, il tritolo e il pesce che mangiamo
pp. 192, € 13,60
Chiarelettere, Milano 2014
Roberto Soldatini
LA MUSICA DEL MARE
La scelta di un direttore d'orchestra di mollare gli ormeggi
pp. 189, € 16
Nutrimenti, Roma 2014
SCHOONER
Pesca e competizione,viaggio alle origini della vela sportiva americana
pp. 200, € 18,
Editrice Incontri Nautici, Roma 2014
Kilo. “Desidero comunicare con voi”
Sul piccolo veliero della letteratura marinaresca italiana, alta, sulla sartia di sinistra, sventola la bandiera Kilo, quella a due fasce verticali giallo-blu del codice internazionale nautico. Nel linguaggio asciutto, che contraddistingue la gente di mare, significa “Desidero comunicare con voi”. Una richiesta silenziosa, ma per questo non meno impellente.
Perché malgrado ogni anno, anche in Italia, vengano pubblicati decine di libri dedicati al mare e diverse case editrici abbiano collane tematiche ricchissime e di vecchia data come Mursia o più recenti come Longanesi, Nutrimenti, Magenes, Lint, Diabasis, a cui si aggiungono gli editori specializzati Incontri Nautici, Il Frangente, Mare di Carta, Hoepli, Mare Verticale, dobbiamo constatare che la cultura del mare è marginale, soprattutto se confrontata con quella della montagna, a cui giustamente è dedicato un particolare riguardo dai media. Per Giorgio Bertone, curatore dell'antologia Racconti di vento e di mare (pp.578, €22, Einaudi, Torino, 2010), il paragone è insensato perché “nasce dal mancato riconoscimento della speciale, esclusiva natura del mare e di chi nei millenni ci ha vissuto, campato, affogato o dominato”. E' però innegabile il divario d'attenzione, e frequentazione, tra questi due grandi ambienti naturali che, malgrado le devastanti trasformazioni dell'ultimo secolo, rimangono straordinarie palestre d'incontro con la natura. Salendo in quota o prendendo il largo, gli spazi si dilatano, i contatti reali e virtuali si rarefanno. Oggi come un tempo la terra e l'acqua, l'aria e il fuoco, riaccendono la nostra sensibilità animale. Esperienze che alimentano le narrazioni; racconti che accendono le passioni. Almeno teoricamente, perché concretamente invece in Italia del mare si conosce quasi esclusivamente la dimensione balneare, il diporto è considerato uno svago per ricchi, il lavoro un accidente per poveri.
Così non sembra essere in tanti altri paesi europei, con la Francia in testa. A riprova di ciò basta guardare solo il trailer del recente film In solitario di Christophe Offenstein, dedicato alla vela oceanica sportiva. Un vero e proprio kolossal, almeno in termini di energie economiche e culturali profuse. Un film in cui l'avventura marinaresca si rinnova e si intreccia con le problematiche contemporanee, in cui la solitudine delle alte latitudini può inaspettatamente accendere amicizie e solidarietà.
E la letteratura? è fondato il luogo comune che in Italia non ne sia mai esistita una marinaresca?
Solo il mondo anglosassone può vantare figure leviataniche quali Herman Melville e Joseph Conrad? o comunque scrittori di mare quali Robert Louis Stevenson, Joshua Slocum e Jack London? E ancora, solo i francesi hanno saputo aggiornare con Bernard Moitessier e altri navigateurs solitaires l'epopea della vela?
(1 - continua)
La versione completa dell'articolo la trovate su L'INDICE dei Libri del Mese di Lugio/Agosto 2014.
Nessun commento:
Posta un commento