ISCHIA
Ci
sono isole misteriose, fantastiche, mitiche, deserte o sconosciute;
ma, soprattutto in Mediterraneo, ci sono anche isole arcinote, isole
che sono entrate nell'immaginario collettivo fin dalla notte dei
tempi, il cui primo racconto ci viene addirittura dal padre di tutti
i corografi: Odisseo. Potremmo chiamarle iconoisole,
fondendo insieme due parole a loro modo affini: icona e isola. Cos’è
infatti un'icona se non una piccola immagine che insieme si stacca
dallo sfondo e lo caratterizza? Che lo sfondo poi sia un paesaggio
geografico o culturale, un dekstop o un mare, poco importa; in tutti
i casi l'icona è un'isola che riassume e rappresenta caratteri
facilmente riconoscibili.
Iconoisola
per eccellenza è Ischia, la più grande e conosciuta delle isole
flegree, icona marina, insieme a Capri, del golfo di Napoli. Se è
sempre difficile riassumere in una pagina le qualità geografiche,
storiche e culturali significative di una qualsiasi isola, diventa
impossibile nel caso delle iconoisole.
Perciò dovendo inevitabilmente scegliere tra infinite rotte
narrative, per Ischia seguiremo quella tracciata dagli scrittori. Il
profilo, le cale, gli approdi, le vette, che le parole evocano,
lasciando alla fantasia gli spazi sconfinati dei mari antichi, quelli
non rimpiccioliti dalle zoomate satellitari, non fissati dalle
immagini digitali.
Il
suo nome deriverebbe direttamente dal termine latino insūla,
attraverso la forma intermedia iscla.
Letterario era anche il nome latino dell'isola, Aenaria,
che per Plinio derivava dal mitico approdo della flotta di Enea ,
così come quello greco Pithecussae
, legato secondo alcuni al culto di Apollo Pitio, signore indiscusso
delle arti, un dio per nascita insulomane , perché nato a Delo.
Ischia
è per un poeta francese dell'Ottocento “un'unica montagna a picco
sul mare con la candida cima sbrecciata dal fulmine che protende i
denti al cielo” . Negli anni Cinquanta del Novecento Elsa Morante
scrive che nelle isole flegree, “nei giorni quieti il mare è
tenero e fresco e si posa sulla riva come rugiada” . Nei decenni
successivi Ischia è non solo lo sfondo, ma la protagonista di due
tra gli scrittori contemporanei più acquatici d'Italia: Raffaele La
Capria ed Erri De Luca.
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L'articolo completo è pubblicato sul numero di novembre 2013 di BOLINA