Sulle pagine del popolare mensile
nautico Bolina di Dicembre 2012, il direttore Alberto Casti ha
pubblicato dieci idee per uscire dalla crisi del settore. Crisi
manifestatasi in tutta la sua gravità all'ultimo Salone Nautico di
Genova, “la più desolante nella storia dell'importante kermesse
nazionale dedicata alla nautica”. Proposte riguardanti le tariffe
portuali, le concessioni demaniali, il recupero delle strutture
dismesse, gli scivoli d'alaggio, i posti per le barche in transito, i
controlli, i certificati, le tasse e le assicurazioni. Proposte che
ho letto con grande attenzione e che condivido.
Prendendo spunto da questa riflessione,
ho scritto una lettera che la stessa rivista ha pubblicato nel numero
di Gennaio 2013, condividendo e sottoscrivendo le mie tre semplici
idee, che qui rilancio.
Circa la crisi del settore nautico,
vorrei evidenziare che nessuna scelta amministrativa, per quanto
oculata, potrà sortire effetti positivi di lunga durata senza un
ancor più urgente investimento per la cultura del mare, da sempre
misconosciuta in Italia. Un investimento, ancor prima che economico,
di tipo politico e civile. Un investimento che riguarda innanzitutto
ognuno di noi. Sì, ognuno di noi diportisti, ognuno dei nostri
circoli e delle nostre associazioni. Credo infatti che se anche
qualcuna delle nostre richieste verrà accettata, non cambierà
sostanzialmente l’atteggiamento antimarinaresco del Paese. Per
ribaltare invece questa situazione dovremmo provare a renderci
credibili e non corporativi, impegnandoci concretamente per
diffondere la nostra passione a un pubblico più ampio e,
soprattutto, più giovane. Senza dimenticare che il mare è il più
esteso bene comune d’Italia.
Come? Non demandando ad altri il
compito ma, impegnandoci fin da subito personalmente e all'interno
dei circoli.
Per non fare di questa lettera
un’astratta, seppur sentita, dichiarazione d'intenti, provo a
elencare tre idee concrete:
- spalancare i cancelli dei circoli e delle darsene, per permettere a tutti, e soprattutto ai più giovani, di avvicinarsi alle barche e alla navigazione (io ritengo per altro che le piazze, come le banchine portuali, sono più sicure quando vengono frequentate, anziché recintate);
- iscrivere gratuitamente i ragazzi ai circoli e investire nelle scuole di vela e di remo, non solo con finalità sportive, prevedendo l'acquisto di derive, canoe, windsurf, ecc. da mettere a disposizione sempre gratuitamente per i più giovani;
- realizzare in ogni circolo una festa annuale del mare, magari in tutta Italia in concomitanza con la Giornata Europea del Mare (fine maggio); qualcosa che assomigli alle “notti bianche” della cultura, un “giorno blu” in cui le sedi dei circoli e le barche dei soci si aprono al pubblico, prevedendo uscite in mare e iniziative dedicate alla cultura marinaresca.
Potrei allungare l'elenco, declinandolo
alle istanze della piccola nautica, ma voglio limitarmi a queste tre
azioni che non richiederebbero particolari risorse, se non la volontà
di ognuno di noi di dedicare qualche ora di tempo con la propria
barca e una percentuale irrisoria della quota d'iscrizione annuale al
circolo, alla diffusione della cultura del mare. Azioni che non
sarebbero solo un importante atto d'altruismo, ma che permetterebbero
di dare più forza alle nostre sacrosante richieste di andar
tranquillamente per mare.
Buon vento, libertario.
Caro Fabio, come sai, non sono un diportista né un velista (purtroppo). Ma non posso non sposare questa lettera, in particolare quando parli di investimento per la cultura del mare.
RispondiEliminaRiguardo al punto 1, ricordo ancora lo "shock", quando, appena terminata la darsena di Rimini, andai con l'intento di passeggiare sui moli e tra le barche e... non mi fecero entrare. Incomprensibile.
Infine, per il punto 3, se ti serve un naturalista un po' in disarmo, ma con passione immutata e aspirazioni da divulgatore, sai sempre dove trovarmi.
Un abbraccio. Marco
carissimo, immaginandoti impegnato sul versante politico ti ringrazio doppiamente dell'attenzione
RispondiEliminacirca l'appello, terrò senza meno presente la tua disponibilità per quella che potrebbe/dovrebbe essere un appuntamento doveroso per un Paese e/o una città costiera: la festa del mare