Racconti di isole, venti, vele, nuoto e remi, oltre a qualche idea sul nostro mare quotidiano - Fabio Fiori

sabato 16 ottobre 2010

Il nostro mare quotidiano

E' stata presentata ieri a Roma l'iniziativa “Paesaggi sensibili 2010: ecco le 50 coste da salvare”, promossa da Italia Nostra. In occasione della Settimana nazionale dei paesaggi sensibili, dal 19 al 24 ottobre 2010, Italia Nostra ha puntato quest'anno l'attenzione sulle coste. Il più “lungo” dei paesaggi italiani, uno dei più estesi e, soprattutto, il più assediato. Da oltre un secolo l'assalto alle rive ha assunto infatti i tratti non solo di un saccheggio ambientale senza precedenti, ma anche di un vero e proprio sconvolgimento urbanistico e sociologico. Gli italiani nel volgere di un secolo hanno abbandonato montagne e campagne per inurbarsi innanzitutto lungo le coste, in lunghissimi iper-paesi costieri. Se a ciò si aggiungono sempre nuovi appetiti immobiliari e un consumo balneare forsennato, quello che rimane è un'infinita, anonima, periferia costiera, ormai per molta parte impresentabile anche dalle più abili agenzie turistiche. Come ha sottolineato Italia Nostra, ““Il mare d’inverno” in molti casi vuol dire degrado e incuria, stabilimenti balneari chiusi e lasciati in pessime condizioni, ma ciò che è ancora più grave, con sbarramenti o lucchetti che impediscono il passaggio alle persone, violando uno dei diritti del nostro Paese, il libero accesso al mare.”. Ed è proprio quest'ultima affermazione il cuore del problema: la privatizzazione delle coste. Perché se come denuncia l'associazione i quattro mali “più gravi alla base dei problemi che stanno deturpando il volto del paesaggio costiero italiano [sono]: infrastrutture portuali e stradali; costruzioni sui litorali; erosioni (causate spesso da porti e costruzioni); abusivismo”, la causa prima rimane la privatizzazione di un bene comune: il mare e le sue coste.
Partecipando a una delle tante e interessanti iniziative programmate dalle sedi locali di Italia Nostra, o semplicemente pretendendo di poter accedere in ogni stagione alle rive e alle acque di casa nostra, si testimonierà la propria determinazione nel richiedere a gran voce lo status di bene comune per il più vasto dei paesaggi italiani: il mare. Una rivendicazione fondata su tre principi: inalienabilità da parte dello Stato, libertà e gratuità di accesso per ogni cittadino. Principi validi a maggior ragione oggi che affollatissime sono le rive urbane, in cui l'orizzonte marino rimane l'unico ambiente in cui poter quotidianamente immergersi, con infinito, libero e gratuito piacere.

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