venerdì 10 settembre 2010
Biblioteca di mare e di costa
"Tutte le tempestose passioni dell'umanità, ... sono trascorse come immagini riflesse in uno specchio, senza lasciare traccia sul misterioso volto del mare”
Joseph Conrad
Scrivevo qualche settimana fa dei piaceri del nuoto, inteso come esercizio fisico e spirituale. Esercizio che con passione continuo a praticare nelle tiepide acque di casa, adriatiche e settembrine.
Al nuotatore “questo eroe” è dedicato il libro di Charles Sprawson “L'ombra del massaggiatore nero”, uscito in Inghilterra nel 1992 e tradotto qualche anno dopo in Italia, per Adelphi. Un testo che malgrado un eccesso di citazionismo e un troppo ampio respiro internazionale, rimane una piacevole lettura, utile a comporre un quadro del nuoto dalla supremazia inglese dell'Ottocento fino agli anni Trenta del Novecento, definito dall'autore il decennio giapponese. Non mancano i riferimenti alla classicità greca e romana, sia sul versante mitologico che storico. Ampio risalto è dato poi agli scrittori nuotatori, dalle note vicende acquatiche romantiche di Byron e Shelley a quelle meno note, ma forse ancor più affascinanti, del regista Akira Kurosawa e Yukio Mishima. “Se Shelley fu il più commovente dei nuotatori, Byron fu universalmente considerato il più grande dei suoi tempi”, Byron che a proposito della sua traversata dell'Ellesponto diceva: “Di quest'impresa vado fiero più che di qualsiasi altra opera, sia politica sia poetica sia retorica”. Dopo un secolo, dall'altra parte della Terra, Kurosawa e Mishima partendo dalla loro esperienza, attribuirono al nuoto una straordinaria importanza, trasponendo questo loro amore in film e libri memorabili. Nelle sue pagine Sprawson, intersecando il vissuto personale alla dimensione saggistica, ha cercato di indagare “La peculiare psicologia del nuotatore, il suo «sentire l'acqua»”.
Più in generale credo che il mare sia una grande palestra per allenare il “sentire”, anche attraverso il quotidiano esercizio del nuoto nelle acque delle nostre città.
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