Il nostro mare quotidiano è innanzitutto un gratuito, sempre nuovo, piacere sensoriale.
Nelle scorse settimane Raffaele La Capria ha ripreso sulle pagine del Corriere della Sera il discorso sul nuoto a lui molto caro, sviluppato in bellissimi saggi e suggestive pagine narrative. Lo ha fatto partendo ancora una volta dalla sua personale esperienza, oggi di ultraottantenne, evidenziando come nuotando “lontani dagli sguardi della gente che affolla le spiagge ... si può riaprire il dialogo col mare, che col passare del tempo mi si rivela ogni anno diverso”.
Io penso che il nuoto non sia solo una pratica sportiva, ma al pari del cammino sia una esperienza conoscitiva. Ogni volta, nuotando e camminando rinnoviamo ancestrali esperienze sensoriali, riprendiamo antichissimi viaggi per acque e terre, sempre sconosciute.
A nuoto, possiamo percorre con ritmiche, cadenzate, bracciate il tratto di mare che separa due coste, nelle immobili acque del mattino. Per qualche minuto, del nostro procedere rimane traccia e la nostra scia unisce le rive. Un filo evanescente che la prima brezza dissiperà. Possiamo salire e discendere le onde, alzate da un meridiano vento di scirocco e provare la gioia di una nuda navigazione corporea. Si fatica ad arrampicarsi sulla cresta delle onde, al contrario si gioisce quando si è spinti dalle stesse. L’onda ripida e corta rende difficoltosa la bracciata e la respirazione, più che dell’andare si ha la sensazione del resistere. Sull’onda morbida e lunga, che succede alla burrasca, rimane la difficoltà della salita, ma al contrario si ha il piacere di avanzare tra benevoli flutti. Il corpo in mare, scosso dalle onde, diventa una fragile barca, mossa da remi spesso insufficienti a contrastare la forza marina.
C’è la nuotata che precede il lavoro, quando l’aria fresca dell’alba rende più tiepide le acque, o quella che defatica e rinfresca, fatta nella calda luce del tramonto. Si può nuotare in totale solitudine o cercare un’armonica sintonia con un amico o un’amante. Affinità natatorie non possono che sottendere amicizie o amori, capaci di resistere alle intemperie degli anni.
Nessun commento:
Posta un commento