In collaborazione con il festival “Mare di libri”, il Club
Nautico di Rimini, organizza venerdì 12 giugno 2015, alle ore 21, presso la sua
sede in Piazzale Boscovich 12, un incontro pubblico a ingresso gratuito con Björn Larsson.
Di seguito trovate la prima parte dell'articolo pubblicato oggi, 12 giugno 2015, sul Corriere Romagna
Anche noi, marinai mediterranei contemporanei, abbiamo
navigato su rotte oceaniche insieme a pirati; inumani, spietati, disperati,
libertari, comunque affascinanti. Lo abbiamo fatto da bambini leggendo e
sognando con “L'isola del tesoro” di Robert Louis Stevenson, per poi ritrovare
anni dopo alcuni straordinari personaggi ne “La vera storia del pirata Long
John Silver” di Björn
Larsson. Ma se Stevenson rimarrà per sempre un fantasma al pari dei suoi vecchi
e giovani filibustieri, Larsson potremmo invece incontrarlo venerdì prossimo a
Rimini, per ascoltare il suo vivissimo racconto del mare. E proprio “Raccontare
il mare” (Iperborea, pp. 190; € 15,50) è il titolo del suo ultimo libro. Quello
di Larsson con il mare non è solo un rapporto letterario, ma un'esperienza di
vita maturata a bordo delle sue barche a vela, con cui ha navigato e naviga,
dalle isole scandinave al Golfo di Biscaglia. Ma a proposito del rapporto con
l'elemento nettunio, Larsson ama ricordare che “del mare mi importa di più
nella mia vita personale che come autore”, anche se lo stesso riconosce che
“per molti sono e resto uno scrittore di vagabondaggi in mare, di veleggiate e
di pirateria”.
In questo nuovo lavoro l'autore ha raccolto prefazioni
edite e inedite di alcuni dei più grandi libri di mare, scritti da Joseph
Conrad e Joshua Slocum, da Francesco Biamonti e Alvaro Mutis. Ne è venuto fuori
secondo l'autore stesso “un opera discretamente eclettica e impressionista, un
po' a immagine del mare stesso, imprevedibile e mutevole, e della navigazione a
vela, per lo meno quella che non ha mete prestabilite, né rotte chiaramente
fissate che non siano quelle di vivere nel presente e di godere l'attimo”. Un
libro quindi perfetto per noi velabondi, cioè vagabondi a vela che
abbiamo un unico punto fermo: “barca minima, rotta massima”. Che poi alcune
considerazioni di Larson sulla letteratura del mare le si condivida o meno,
diventa secondario. Perché prima di ogni altra cosa leggendo queste pagine si
prova innanzitutto il piacere di ascoltare la voce di un marinaio venuto dal
nord, che ha conosciuto le avventure di altri marinai passati e presenti, in
quel modo tutto particolare e intensissimo che solo i libri riescono a fare.