Racconti di isole, venti, vele, nuoto e remi, oltre a qualche idea sul nostro mare quotidiano - Fabio Fiori

lunedì 29 aprile 2013

Anemofilia

Pubblico di seguito uno stralcio della recensione al mio "Anemos. I venti del Mediterraneo", scritta da Sara De Giorgi per il Centro Interuniversitario Internazionale di Studi sul Viaggio Adriatico.
Il Centro, diretto da Sanja Roic con il coordinamento scientifico di Giovanna Scianatico, oltre a un'intensa attività di ricerca sull'odeporica adriatica con il contributo di studiosi di entrambe le sponde, ha realizzato una ricchissima biblioteca digitale con molti testi in formato elettronico disponibili gratuitamente.


Il testo di Fabio Fiori intitolato Anemos: i venti del Mediterraneo è, a detta dell’autore, un originale e innovativo «almanacco eolico, un diario di bordo, compilato pazientemente negli anni, in cui le date hanno lasciato il posto agli otto petali della rosa dei venti, con qualche altra necessaria anemografia storica, geografica, letteraria e pittorica». Fiori, ricercatore e insegnante, appassionato di mare, vela e nuoto, compie un singolare viaggio affascinante e poetico tra miti e storie, di ieri e di oggi, che hanno per oggetto i venti del Mar Mediterraneo. Consapevole dell’originalità del suo lavoro, attinge a piene mani da una tradizione che ha a che fare con manuali di navigazione, carte nautiche e antiche ‘rose dei venti’. All’inizio dell’opera, Fiori definisce il termine anemofilia, sostenendo che gli anemofili, coloro che amano il vento, ricevono da esso vitalità, sicurezza, slancio e buon umore. In più, sostiene che i venti hanno direzione, intensità, temporalità e che possiedono, da una parte, qualità oggettive, legate a meteorologia e geografia dei luoghi e, dall’altra, qualità soggettive, memorie di esperienze individuali e collettive. Nella plurimillenaria storia del Mediterraneo sono «protagonisti principali o secondari, mai casuali, di una suggestiva mitologia e di un’ampia letteratura»: da qui la necessità anche del termine anemografia. Nella mitologia greca vi è Eolo, che è il custode dei venti per volere di Zeus e che decide se arrestarli o eccitarli: è lui che offre una scorta a Odisseo, fornendogli tutti i venti ululanti. Dal punto di vista etimologico, vento deriva dal latino věntum, termine ampiamente diffuso nelle lingue indoeuropee. E sono tanti gli autori, poeti e scienziati, storici o filosofi, che hanno provato e dare una definizione alla parola vento. «Il padre filosofico del vento», o per essere più precisi, dell’aria, è Anassimene di Mileto. L’aria è un principio vitale, secondo Anassimene, e da essa deriverebbero, per rarefazione e condensazione, gli altri tre elementi costitutivi del cosmo: acqua, terra, fuoco.
Al termine della lettura del testo di Fiori, ci si accorge di aver imparato molto: il volume offre una meticolosa ricostruzione di un ‘viaggio letterario’ affascinante, che ha come protagonisti principali i venti del Mar Mediterraneo e che affronta, con una prospettiva singolare, un tema fondamentale della letteratura adriatica odeporica, quello del rapporto tra l’uomo e il mare.