Racconti di isole, venti, vele, nuoto e remi, oltre a qualche idea sul nostro mare quotidiano - Fabio Fiori

mercoledì 25 febbraio 2015

Incontri

Domenica 1 Marzo  2015 – ore 17,00
Club Nautico di Riccione (c/o Porto Canale)
"Thalassa. Le acque del Mediterraneo"
Fabio Fiori (scrittore e blogger), introduce Carlo Volpe del CNR.

"Mare Nostrum" era il nome romano del Mediterraneo affiancato da sinonimi come "Mare Internum" e "Mediterraneum Mare”, ovvero "Il Mare tra le terre". L'Adriatico è ancor più "Mare tra le terre" e... "Mare Nostrum".

Per conoscere meglio entrambi e per approfondire la ricerca sulla appartenenza al Mediterraneo e su un’eventuale identità Mediterranea il Club Nautico di Riccione, in collaborazione con “Incontri del Mediterraneo” e “Parole tra Noi – Block 60”, propone un ciclo di incontri tematici con tre autori e i loro libri, presso la sede del Club Nautico di Riccione (c/o Porto Canale).


martedì 24 febbraio 2015

Mostre

Oggi sul La Stampa - Mare

“In questa città succedono cose incredibili” dice Corto Maltese sul finire della “Favola di Venezia”. Ma in quella città vivono anche persone fuori dal comune, come Luigi Divari che è capace di tenere in mano con grande maestria sia la lenza che il pennello. E idealmente Corto e Gigi si ritroveranno nei prossimi giorni sull'Isola del Lido, dove negli spazi espositivi della Biblioteca Hugo Pratt si inaugurerà giovedì 26 febbraio alle ore 17, la mostra di Divari, intitolata “Pesci e barche del nostro mare”.

mercoledì 18 febbraio 2015

Venerdì di magro

 Da oggi troverete un mio blog intitolato "Venerdì di magro" sulla pagina web dedicata al mare del quotidiano La Stampa. Racconterò storie di pesci e pescatori, di quel Mediterraneo che tanto amiamo e di cui crediamo che ci si debba occupare anche in occasione dell'EXPO.

Ci siamo quasi! Il primo maggio s’inaugurerà l’EXPO 2015, dedicato al cibo, il più noto e apprezzato dei prodotti italiani nel mondo, la più importante delle economie glocali.
E cosa meglio del pesce, nel significato più ampio del termine, rappresenta il cibo per eccellenza di una penisola immersa nel Mediterraneo?
L’Italia, malgrado le tante difficoltà della pesca di questi ultimi anni, rimane un paese di pescatori e di mangiatori di pesce. “Ne facimmo na passione”, canta Paolo Conte. Nei  “Venerdì di magro” racconteremo pesci e storie, di ieri e di oggi, certi che la pesca è insieme un’economia e una cultura di cui andare fieri. Una pesca artigianale e sostenibile, l’unica possibile per “nutrire il pianeta”.

Un pesce per l'EXPO: acciuga
Un ricettario ittico non può che cominciare dalla A di acciuga o alice, anche se sulla sponda adriatica lo stesso pesce lo chiamano sardone. Quindi è già al più piccolo, comune e gustoso dei pesci che la lingua italiana rivela la molteplicità culturale di una penisola che non ha solo “cento campanili”, ma anche “cento fari”.
Continua su "Venerdì di magro"

domenica 8 febbraio 2015

Velabondismo

Venerdì 13 febbraio 2015, alle ore 21, presso la sede del Circolo Velico Riminese, racconterò il velabondaggio dell'estate scorsa a Corfù. Due settimane tra le isole più belle dello Ionio, a vela con un laser.

Barche minime per rotte massime, vele che mettono in pratica l'antico adagio epicureo: “Niente basta a chi non basta ciò che è sufficiente”. (da Vela libre. Idee e storie per veleggiare in libertà)

E’ ancora possibile navigare con delle microbarche o addirittura con delle derive nel Mediterraneo? Pare di no, se ci si aggira per i tanti marina costruiti negli ultimi vent'anni, dove la barca più piccola ha due ordini di crocette. Lo stesso dicasi camminando lungo le spiagge, dove la fanno da padroni motoscafi, gommoni e acquascooter. Tristemente constatiamo che piccole  barche, a remi o a vela, sono ormai delle rarità. Ma, se i grandi navigatori del passato, da Slocum a Moitessier, hanno circumnavigato il globo con barche di 10 metri e i grandi velisti di oggi da Alessandro Di Benedetto al romagnolo Michele Zambelli attraversano gli oceani con scafi di 6 metri, allora siamo certi che il gigantismo diportistico sia solo un inutile inciampo per veleggiare tra le rive del Mediterraneo, soprattutto in questi anni di sovraffollamento, anche nautico. In questo mare stretto tra le terre, ancora oggi basta semplicemente armarsi del minimo indispensabile e partire con la massima passione; in quattro parole: “barca minima, rotta massima”. Perché malgrado i mille divieti e gli ancor più numerosi pregiudizi, per fortuna ci sono ancora isole e coste, dove è possibile praticare con piacere il velabondismo, una particolare ed ecologica forma di vagabondismo a vela.
Rotte costiere con traversate di qualche miglia, se fatte con prudenza solo nella grazia dei venti, diventano avventure indimenticabili. E dove meglio che nel mare greco possiamo ritrovare il fascino antico della vela e del remo? (dal reportage pubblicato su Bolina di ottobre 2014)
A partire da queste considerazioni, racconterò un piccolo-grande viaggio a vela, fatto con un Laser l’estate scorsa tra le splendide isole ionie: Corfù, Paxsos e Antipaxsos. Cento miglia di vento e libertà, in uno scenario di insuperabile fascino storico e naturalistico.


mercoledì 4 febbraio 2015

Incontri

Venerdì 6 febbraio 2015 alle ore 17, nella sala espositiva del Palazzo dell'Arengo a Rimini (Piazza Cavour) incontrerò i ragazzi dell'Istituto Tecnico "Marco Polo" che hanno lavorato a un progetto fotografico "Onde Road. Il turismo dell'anima", coordinati dall'insegnate e geografo Massimo Bini. Le loro fotografie e le nostre parole ruoteranno intorno a uno sguardo altro sull'Adriatico, il nostro mare quotidiano.

Di seguito pubblico qualche riga del mio libro "Abbecedario Adriatico", e una breve riflessione.

In un tempo come il nostro, dove sembra irrimediabilmente perso il senso dello spazio, l’Adriatico viene spesso liquidato come un piccolo mare chiuso. Navigatelo a vela,  camminate lungo le sue coste, ascoltate i racconti degli uomini e delle onde, ne scoprirete la vastità e il fascino

Per amare l'Adriatico è necessario saper apprezzare le sfumature dei grigi o gli ancor più variegati riflessi degli ossidi metallici. Perché le sue acque sono battute da due indomiti giganti: il vento e la luce. Ogni giorno mutevoli, sono loro a scegliere anche il colore: argento, rame, cadmio, zinco, alluminio, stagno, oro, platino, bronzo, ottone, peltro e altre cento leghe.

Sono tutti al contempo belli, affascinanti, plurali i mediterranei. Tra questi l'Adriatico, che vanta una infinita molteplicità di forme e colori, di sabbie e rocce, di venti e atmosfere. Qui ci si può rendere conto di come gli stereotipi sul Mediterraneo siano falsi, di come l'immaginario contemporaneo del mare sia limitato secondo un preciso programma, funzionale innanzitutto ai consumi vacanzieri.

Per noi è invece il mare quotidiano, dalle mille sfumature, cromatiche e naturali, linguistiche e culturali. I vorticosi, a volte devastanti, cambiamenti dei paesaggi costieri non hanno mutato la sua specificità geografica, l’essere una profonda insenatura che s’interpone tra due penisole, italiana e balcanica, tra diverse culture, tutte aperte a oriente.