Racconti di isole, venti, vele, nuoto e remi, oltre a qualche idea sul nostro mare quotidiano - Fabio Fiori

mercoledì 31 luglio 2013

Incontri

Doppio appuntamento questa settimana per la presentazione di

"Anemos. I venti del Mediterraneo"
mercoledì 31 luglio 2013 alle ore 21
Circolo Nautico di San Benedetto del Tronto

"Vela libre. Idee e storie per veleggiare in libertà"
venerdì 2 agosto alle ore 18
Bagno Fatini di Cervia (RA)

lunedì 1 luglio 2013

Il nostro mare quotidiano

Il 28 giugno 2003 moriva Simone Bianchetti, "confratello della costa" con cui ho condiviso miglia e sogni. Per il quotidiano Corriere Romagna ho scritto un breve ricordo, pubblicato oggi, di cui anticipo una parte.

Simone Bianchetti è stato per me la reincarnazione di Long John Silver. Di quel pirata avevo letto da bambino qualità e gesta narrate da Robert Luis Stevenson ne “L'Isola del Tesoro” e, anni dopo, il suo diario trascritto con altrettanta maestria da Björn Larsson ne “La vera storia del pirata Long John Silver”. Come quell'indomito avventuriero, anche Simone aveva un fortissimo spirito di ribellione e un'altrettanta potente determinazione. Non credo cercasse il tesoro dorato del capitano Flint ma, forse, quello che offre, spesso a duro prezzo il mare: la libertà. Di certo come Silver se ne “infischiava della vita eterna” e sapeva “meglio di chiunque altro che non ci è data che una sola e unica vita da questo lato della fossa”.
Di Simone avevo sentito narrare le gesta in banchina a Rimini, alla metà degli anni Ottanta, e poi me lo ero ritrovato a bordo di una barca, di cui non ricordo più il nome disperso nelle nebbie fittissime del tempo, alla partenza della Rimini Corfù Rimini, alla fine di quel decennio. Entrambi marinai, entrambi imbarcati un po' alla cieca, come tanti altri ragazzi innamorati del mare che in quegli anni hanno potuto mettere alla prova la loro passione in quella bellissima e faticosissima regata d'altura.
Di quella fondamentale avventura vissuta con Simone ricordo innanzitutto le chiacchierate notturne nelle lunghe ore di bonaccia e, meglio di ogni altro, un episodio occorsoci al largo del Gargano, durante il ritorno. Dopo un pomeriggio di Scirocco con al giardinetto e lo spinnaker issato, che faceva filare la barca a 7-8 nodi, improvvisamente il vento dapprima calò per poi girare a nord e salire fino a oltre 30 nodi. Insomma un classico siòn, come lo chiamavano un tempo i marinai. Purtroppo per noi la drizza dello spinnaker si era incattivita e la vela aveva avvolto l'albero e l'attrezzatura, stendendo la barca. Evitammo peggiori conseguenze solo grazie alla velocissima salita sull'albero di Simone. In pochi secondi si era arrampicato a 15 metri d'altezza e, mollando il moschettone della drizza, ci aveva permesso di ammainare la vela.

Quando prendo il largo da solo e guardo il segnavento in testa d'albero, ogni tanto vedo Simone che sta di vedetta lassù, come in quel lontano pomeriggio di giugno in mezzo alla burrasca, per controllare la mia rotta. Lui mi saluta fischiettando la rima della pirateria, “Quindici uomini, quindici uomini, sulla cassa del morto”, e io gli rispondo, “Yo-ho-ho, e una bottiglia di rum!”.