Racconti di isole, venti, vele, nuoto e remi, oltre a qualche idea sul nostro mare quotidiano - Fabio Fiori

mercoledì 16 gennaio 2013

Il nostro mare quotidiano


Tre idee per la cultura del mare e, di conseguenza, per il diporto

Sulle pagine del popolare mensile nautico Bolina di Dicembre 2012, il direttore Alberto Casti ha pubblicato dieci idee per uscire dalla crisi del settore. Crisi manifestatasi in tutta la sua gravità all'ultimo Salone Nautico di Genova, “la più desolante nella storia dell'importante kermesse nazionale dedicata alla nautica”. Proposte riguardanti le tariffe portuali, le concessioni demaniali, il recupero delle strutture dismesse, gli scivoli d'alaggio, i posti per le barche in transito, i controlli, i certificati, le tasse e le assicurazioni. Proposte che ho letto con grande attenzione e che condivido.
Prendendo spunto da questa riflessione, ho scritto una lettera che la stessa rivista ha pubblicato nel numero di Gennaio 2013, condividendo e sottoscrivendo le mie tre semplici idee, che qui rilancio.

Circa la crisi del settore nautico, vorrei evidenziare che nessuna scelta amministrativa, per quanto oculata, potrà sortire effetti positivi di lunga durata senza un ancor più urgente investimento per la cultura del mare, da sempre misconosciuta in Italia. Un investimento, ancor prima che economico, di tipo politico e civile. Un investimento che riguarda innanzitutto ognuno di noi. Sì, ognuno di noi diportisti, ognuno dei nostri circoli e delle nostre associazioni. Credo infatti che se anche qualcuna delle nostre richieste verrà accettata, non cambierà sostanzialmente l’atteggiamento antimarinaresco del Paese. Per ribaltare invece questa situazione dovremmo provare a renderci credibili e non corporativi, impegnandoci concretamente per diffondere la nostra passione a un pubblico più ampio e, soprattutto, più giovane. Senza dimenticare che il mare è il più esteso bene comune d’Italia.
Come? Non demandando ad altri il compito ma, impegnandoci fin da subito personalmente e all'interno dei circoli.
Per non fare di questa lettera un’astratta, seppur sentita, dichiarazione d'intenti, provo a elencare tre idee concrete:
  1. spalancare i cancelli dei circoli e delle darsene, per permettere a tutti, e soprattutto ai più giovani, di avvicinarsi alle barche e alla navigazione (io ritengo per altro che le piazze, come le banchine portuali, sono più sicure quando vengono frequentate, anziché recintate);
  2. iscrivere gratuitamente i ragazzi ai circoli e investire nelle scuole di vela e di remo, non solo con finalità sportive, prevedendo l'acquisto di derive, canoe, windsurf, ecc. da mettere a disposizione sempre gratuitamente per i più giovani;
  3. realizzare in ogni circolo una festa annuale del mare, magari in tutta Italia in concomitanza con la Giornata Europea del Mare (fine maggio); qualcosa che assomigli alle “notti bianche” della cultura, un “giorno blu” in cui le sedi dei circoli e le barche dei soci si aprono al pubblico, prevedendo uscite in mare e iniziative dedicate alla cultura marinaresca.
Potrei allungare l'elenco, declinandolo alle istanze della piccola nautica, ma voglio limitarmi a queste tre azioni che non richiederebbero particolari risorse, se non la volontà di ognuno di noi di dedicare qualche ora di tempo con la propria barca e una percentuale irrisoria della quota d'iscrizione annuale al circolo, alla diffusione della cultura del mare. Azioni che non sarebbero solo un importante atto d'altruismo, ma che permetterebbero di dare più forza alle nostre sacrosante richieste di andar tranquillamente per mare.
Buon vento, libertario.