Racconti di isole, venti, vele, nuoto e remi, oltre a qualche idea sul nostro mare quotidiano - Fabio Fiori

lunedì 30 luglio 2012

La vela è ...



Prosegue l'appuntamento settimanale con "La vela è ...", nell'inserto Aria di Mare del Corriere Romagna. Oggi è la volta di "sobrietà", parola che racchiude in sé antiche qualità e rivoluzionarie idee.






Sobrietà

La vela è sobrietà, perché a bordo moderazione e misura sono doti che insegna il mare. Soprattutto su una piccola barca, il miglior modo per sperimentare l'immutato fascino di sostantivi oggi desueti, quali sobrietà e frugalità, assieme ad altri spesso ridondanti perché vuoti, quali sostenibilità e serenità. Tutto questo non significa immaginare e dedicarsi a una pratica di sacrifico ascetico, ma svincolarsi dalle catene del quotidiano, almeno per un giorno. Magari per un mese o un anno, per riscoprire l'eterna saggezza epicurea che invita alla rinuncia del superfluo, perché ciò che serve lo si può trovare facilmente, l'inutile è difficile.
Ciò che veramente serve, in questo caso, è una piccola vela, un mare e un vento propizio. Con una certa facilità ancora oggi ci si può imbarcare come semplici marinai. Oppure se si vuole essere completamente liberi e magari solitari, basterà una vecchia, minuscola deriva. Quattro metri di barca, sette metri quadrati di tela, un remo che non guasta mai, è tutto quello che serve per solitarie veleggiate verso infiniti orizzonti o deserte spiagge fortunatamente ancora non raggiungibili via terra. Ricco non è chi ha un super-yacht, con dieci uomini d'equipaggio, con cui lascia l'ormeggio abituale solo d'agosto per raggiungere affollatissime banchine di grido. Ricco è chi, al contrario, può armare sulla spiaggia di fronte casa la sua barchetta tutti i pomeriggi, per andare da solo o in compagnia di un figlio, di un amore o di un amico, a godersi il tramonto nel silenzio del mare. Certi che i colori, gli odori e i rumori dei crepuscoli d'autunno, d'inverno e di primavera sono altrettanto affascinanti di quelli d'estate.
La felicità è farsi portare al largo da un venticello che riesce appena a screziare la superficie del mare, sufficiente a muovere la nostra piccola, sobria, vela verso un grande, magnifico, orizzonte di libertà.

sabato 14 luglio 2012

Insulomania


CAPRI
L'insulomane ha una predilezione particolare per la nesografia, la scienza che si occupa dello studio delle isole, che i greci chiamavano nesos. La nesografia però è scomparsa dai vocabolari.Un piccolo ma emblematico e preoccupante segnale di disattenzione a un patrimonio insulare consumato, spesso cannibalizzato, esclusivamente dal turismo. Nell'Ottocento invece i dizionari precisavano che “Per lo immenso numero delle isole sparse su la superficie delle acque si rende necessario lo studio di questa parte della geografia, il quale ha occupato le menti dei più famosi geologi in indagare la loro origine e formazione”. Le isole italiane storicamente più legate alla Grecia sono quelle campane, sia le isole Circee, settentrionali, che le isole Partenopee, meridionali. Parlando di questa ingolfatura mediterranea, Raffaele La Capria ha scritto: “E' il mare di Odisseo, il mare divino più greco del greco mare. ... Amo le caverne e le grotte che la natura ha scavato in queste rocce”.
Le isole Partenopee a loro volta si dividono in due gruppi, quelle che chiudono il golfo di Napoli a nord, cioè Ischia e Procida, e a sud Capri. Lasciando la parola a un nesografo ottocentesco, Francesco Costantino Marmocchi, scopriamo che “Il sasso di Capri non è prodotto del fuoco, come sono le isolette Partenopee ... è roccia calcarea, cavernosa, spezzata, sconvolta in strani modi pei sollevamenti e le commozioni che soffrì, ma intatta dai vulcani”.
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L'articolo completo è pubblicato sul numero di luglio/agosto 2012 di BOLINA

lunedì 9 luglio 2012

La vela è ...


Oggi, lunedì 9 luglio 2012, nell'inserto Aria di Mare del Corriere Romagna trovate la seconda puntata di "la Vela è ...”, dedicata a una passione, ecologica e libertaria. Un modo insieme antico e rivoluzionario per navigare con pochi denari e tanto entusiasmo, in armonia con la natura. Su questi temi ho appena pubblicato “Vela libre. Idee e storie per veleggiare in libertà”, nella collana Ecoalfabeto di Stampa Alternativa.


Libertà
La vela è libertà, di viaggio e pensiero. Vela e libertà non possono essere disgiunti, perché: il vento è gratuito, il mare è libero, la vela è ecologica. Mentre il primo potremmo ancora definirlo un concetto primitivo e sul secondo avremo occasione di tornarci, in questa temperie consumista va innanzitutto fornito qualche chiarimento sull'ultimo. La libertà dei mari è stata a lungo messa in discussione, per motivi militari e commerciali, spesso coincidenti. È una storia antica che ha visto protagoniste le grandi potenze marittime del passato, dalla Venezia medievale all'Inghilterra moderna. Se testi e argomentazioni dei giuristi del passato sono lontane per tempi e tematiche da questa nostra riflessione, la contrapposizione tra prospettive libertarie e privatistiche del mare rimane comunque attualissima e riguarda tutti. O almeno quelli che pretendono che il mare sia considerato, tutelato e vissuto come un bene comune. Gratuità e libertà di affaccio, cammino e nuoto. Gratuità e libertà di navigazione e ormeggio. Perché, va ricordato, che le acque e le coste sono demaniali, quindi destinate all'uso di tutti i cittadini. Al contrario da diversi decenni assistiamo ad una indiscriminata privatizzazione delle rive, in virtù di indebite alienazioni o altrettanto discriminatorie concessioni o di recentissimi diritti di superficie. La libertà del mare è un dono che va difeso e, al tempo stesso, goduto tutti i giorni. Le due cose hanno strettissima attinenza con le pratiche del camminare, del nuotare, del navigare. Azioni che hanno oggi anche una valenza politica. Perché camminiamo in riva per manifestare il diritto all'accesso, nuotiamo nelle acque costiere per pretendere qualità ambientale, navighiamo lungocosta o al largo per controllare il buon uso di una risorsa comune. Attività che consentono di vivere appieno il nostro mare quotidiano.

giovedì 5 luglio 2012

Incontri


Venerdì 6 luglio 2012 alle 22:30
al Museo della Marineria di Cesenatico
nell'ambito di una serata dedicata ai documentari sul mare verrà proiettato il cortometraggio “Reti. La pesca in autunno”, di cui ho scritto il soggetto nel 2004, per la regia di Daniele Segre. E' il racconto della giornata di pesca di una barca di Cesenatico, uno spaccato della vita di bordo di Maurizio, Kaled e Diego, pescatori di oggi e insieme testimoni di una tradizione antica.