Racconti di isole, venti, vele, nuoto e remi, oltre a qualche idea sul nostro mare quotidiano - Fabio Fiori

lunedì 21 agosto 2017

Venerdì di magro

Alghe belle e buone, da mangiare.

Tempi duri per gli ittiofagi! Per paradosso (ma storicamente consolidato) proprio in queste settimane di mezza estate i banchi delle pescherie sono  quasi vuoti. Quasi, perché si trova sempre pesce di allevamento, cozze e vongole, e tanto (troppo?) congelato. Con il fermo pesca in atto, che comunque riguarda solo la pesca a strascico e volante, scaglionato per periodi nei diversi mari d’Italia, l’offerta ittica si è notevolmente ridotta.
Però… però si potrebbe rimediare con un po’ di sano spirito d’iniziativa, tenendo una canna o una lenza in mano o, in maniera un po’ più originale, provando a raccogliere alghe, ottime in cucina. Sì alghe, magari a partire dalla più comune lattuga di mare, che i biologi chiamano Ulva lactuca, nome con il quale ci si può sbizzarrire in Rete per ricerche nutrizionali e gastronomiche di più ampio respiro. Per chi invece voglia conoscere gli usi giapponesi, allora la parola chiave è aonori.
Come molte alghe è saporita e ricchissima di microelementi, comune e abbondante in acque basse, in zone protette da scogliere, naturali o artificiali. E’ un alga verde a foglia larga, simile proprio a quella dell’insalata. Alghe sconosciute ai più in Italia, ma apprezzate e molto consumate in Oriente e anche nel nord Europa. Con la consueta eccezione di Napoli, grande porto di mare e piazza peschereccia d’eccezione. Lì infatti la lattuga di mare la usano tradizionalmente per preparare le zeppole di mare, pasta crisciuta con le alghe, più nota come “ zeppulelle d’evera ‘e mare”. La lattuga di mare si può anche seccare in forno a bassa temperatura, dopo aver ben lavato e scolato le foglie, per poi sbriciolarle sul riso o sulla pasta come altre erbe aromatiche. Per chi invece ama sapori più delicati, con foglie fresche si possono preparare anche dei profumati brodi.
Viva le alghe in cucina quindi, a miglio zero, che ridurrebbero anche la pressione peschereccia, senza farci perdere il piacere insuperabile di un piatto di mare.

Pubblicato sul blog Venerdì di magro, de La Stampa - Mare, dove troverete anche tanti altri brevi racconti di pesci e pescatori.