Dal 2010, racconti di isole, venti, vele, nuoto e remi, oltre a qualche idea sul nostro mare quotidiano. Depuis 2010, des recits d'îles, de vents, de voiles, de natation et d'aviron, ainsi que quelques idées de notre mer quotidienne. Fabio Fiori

martedì 28 febbraio 2017

Venerdì di magro

I doni della natura” (Vallardi; 2016; pp. 254 € 18,00) si intitola l’ultimo libro tradotto in italiano di Richard Mabey, giornalista, scrittore e naturalista inglese di fama internazionale. Si tratta di specie selvatiche commestibili, che tutti possono raccogliere gratuitamente e, non a caso, l’edizione inglese si intitola “Food for free”, il cibo gratuito. Specie vegetali terresti innanzitutto, ma anche funghi, alghe e molluschi. Parafrasando Mabey, quando ci si trova davanti agli scaffali di un moderno supermercato, è facile dimenticare che anche ogni cibo ittico può essere ancora liberamente pescato, facilmente da tutti, soprattutto per quanto riguarda i molluschi che si possono raccogliere nelle basse acque di riva: telline, cannolicchi, vongole, cuori, patelle, mitili e tanti altri. Molluschi che “dal punto di vista del raccoglitore, sono più simili a piante che ad animali: vivono più o meno in un posto, e non li si caccia, ma li si raccoglie”. Di telline, cannolicchi e mitili, tutti oggetto di pêche à pied, come scrivono e praticano i francesi, abbiamo già raccontato in precedenti post, così come delle poveracce, cioè delle vongole lupino, che sono un prodotto tradizionale della costa adriatica.
Nelle lagune dell’Adriatico, ma anche in quelle sarde e siciliane, si pescano invece sempre a piedi le vongole veraci. Nome fuorviante, perché fa riferimento a due specie, di cui una effettivamente autoctona, ma ormai molto rara e costosa, che si vende a 15/20 euro al kg. Un’altra invece è alloctona, cioè è stata introdotta in Italia alla metà degli anni Ottanta del Novecento, ed è nota anche con il nome di vongola filippina o, per dirla alla venziana, caparossolo filipino. Una specie che ha trovato condizioni ottimali, tanto da diffondersi anche naturalmente e abbondantemente in tutti gli ambienti lagunari mediterranei. La vongola filippina cresce in fretta, raggiungendo i 25 millimetri in meno di due anni, e ha alti rendimenti per metro quadrato. Ha perciò fatto la ricchezza di tante comunità pescherecce, a partire da quelle del Polesine e del Veneto.
E’ sempre Richard Mabey a ricordarci che “i molluschi sono una delle ancore di salvataggio cui gli abitanti della costa si aggrappano per salvaguardare la propria indipendenza economica”, ieri come oggi, antichi e nuovi “doni della natura”.

Pubblicato oggi sul blog Venerdì di magro, de La Stampa - Mare, dove troverete anche tanti altri brevi racconti di pesci e pescatori.