Racconti di isole, venti, vele, nuoto e remi, oltre a qualche idea sul nostro mare quotidiano - Fabio Fiori

lunedì 2 novembre 2015

Biblioteca di mare e di costa

C'è anche un romagnolo, Tommaso Garzoni scrittore e canonico per l'ordine che nel Cinquecento reggeva la basilica di Santa Maria in Porto a Ravenna, nella intrigante e, per certi aspetti misteriosa, storia della bussola. Perché nel 1583 fu tra i primi a descrivere minuziosamente il “bussolo con la calamita”. Quel bussolo che conteneva e contiene anche la rosa dei venti, a quattro, otto, sedici o trentadue petali. “Gli sedici venti principali, del soffio del quale deve intendersi benissimo il nocchiere”, scriveva Garzoni. Anche oggi il marinaio, piccola o grande che sia la barca, deve avere una certa dimestichezza con i venti, almeno per direzione e intensità. Se poi ne conosce anche le caratteristiche, in relazione alla geografia dei luoghi su cui spirano, sarà certo un bene. Per chi poi ne volesse sapere qualcosa di più, sul versante mitologico e storico, ci sono diversi libri a cui si è andato ad aggiungere recentemente quello di Enrico Gurioli, giornalista e appassionato di mare, intitolato “Il piccolo libro dei venti”. Gurioli ha raccolto miti e storie legate a un elemento meteorologico di grande importanza “che si sente, si ascolta”, ma non si vede, se non nei suoi effetti. Più precisamente l'autore ha raccontato i venti del Mediterraneo, gli unici con un nome proprio, aggiungiamo noi. Il libro, corredato da immagini tematiche, è diviso in tre parti. Nella prima l'attenzione si focalizza sulla rosa dei venti, nella seconda sulle stagioni, nella terza sulle geografie. Nella prima parte ci sono pagine dedicate a una rara reliquia anemoscopica, cioè utile a indicare i venti, conservata a Pesaro, al Museo Oliveriano. E' chiamato Anemoscopio di Boscovich, dal nome di un illustre riminese acquisito. Fu infatti l'astronomo gesuita Ruggero Boscovich, nato a Ragusa, che alla metà del Settecento misurò l'arco di meridiano tra Roma e Rimini, a interpretare il significato di quel disco di pietra d'età romana, dove si leggono i nomi dei venti. Infine non potevano mancare numerose pagine dedicate al più noto dei venti adriatici, la Bora, che continua imperterrita a scompaginare anche le giornate dei velisti, come hanno potuto verificare ancora una volta qualche settimana fa a Trieste in occasione dell'ultima edizione della Barcolana. Perché, nonostante le previsioni siano sempre più precise, l'umore della Bora non è ancora del tutto prevedibile.

Enrico Gurioli, 2015. Il piccolo libro dei venti. Pendragon, Bologna, pp 128, € 11,00.

Pubblicata oggi, lunedì 2 novembre 2015, sul Corriere Romagna.