Racconti di isole, venti, vele, nuoto e remi, oltre a qualche idea sul nostro mare quotidiano - Fabio Fiori

giovedì 10 settembre 2015

Venerdì di magro

Un pesce per l'EXPO: tracina o pesce ragno

Fino a qualche anno fa il pesce ragno, chiamato anche tracina, era il terrore dei bagnati. Poi improvvisamente e senza una precisa spiegazione è quasi scomparso. Sicuramente hanno influito le diffusissime opere di difesa, le scogliere frangiflutti, che se certamente proteggono la costa dall’erosione hanno però aumentato la fangosità dei fondi. Perciò la tracina, dal greco traknos cioè pungente, che vive sotto la sabbia ha visto ridursi notevolmente il suo habitat.
Di pesci ragni ne esistono tre specie e quello di riva, chiamato non a caso scientificamente Trachinus vipera, è quello più piccolo, ma anche il più pericoloso. La sua puntura è molto dolorosa e per chi avesse avuto la fortuna di non provarla, può immaginarla due o tre volte più forte di quella delle vespe. Il veleno è contenuto in ghiandole che stanno alla base delle prime spine dorsali, riconoscibili per una macchia nera. La tossina è termolabile, cioè si disattiva con il calore, e quindi l’unico rimedio possibile è l’immersione del piede o della parte colpita in acqua calda.

Se il bagnante le teme, il gourmet le apprezza, soprattutto le più grandi e saporite che si pescano al largo. Ha carni molto toste che sono l’ideale per le zuppe e quindi imprescindibili nei brodetti adriatici o nei caciucchi tirrenici, tutti nelle loro infinite variabili. Questi due piatti, queste due parole, sono emblematici delle storie pescherecce e gastronomiche delle due coste italiane, un tempo molto più lontane di quanto non lo siano oggi. L’Appennino è infatti stato per millenni uno spartiacque non solo geografico ma anche economico e culturale, un confine tra due mondi marinareschi, tra quei due mari che i latini chiamavano Superum e Inferum, con riferimento diremmo noi oggi all’orientale e all’occidentale.

Ogni volta che preparate o mangiate un brodetto o un caciucco non fate mancare o chiedete anche una tracina, un pesce povero ma di grande sapore.

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