Racconti di isole, venti, vele, nuoto e remi, oltre a qualche idea sul nostro mare quotidiano - Fabio Fiori

lunedì 9 luglio 2012

La vela è ...


Oggi, lunedì 9 luglio 2012, nell'inserto Aria di Mare del Corriere Romagna trovate la seconda puntata di "la Vela è ...”, dedicata a una passione, ecologica e libertaria. Un modo insieme antico e rivoluzionario per navigare con pochi denari e tanto entusiasmo, in armonia con la natura. Su questi temi ho appena pubblicato “Vela libre. Idee e storie per veleggiare in libertà”, nella collana Ecoalfabeto di Stampa Alternativa.


Libertà
La vela è libertà, di viaggio e pensiero. Vela e libertà non possono essere disgiunti, perché: il vento è gratuito, il mare è libero, la vela è ecologica. Mentre il primo potremmo ancora definirlo un concetto primitivo e sul secondo avremo occasione di tornarci, in questa temperie consumista va innanzitutto fornito qualche chiarimento sull'ultimo. La libertà dei mari è stata a lungo messa in discussione, per motivi militari e commerciali, spesso coincidenti. È una storia antica che ha visto protagoniste le grandi potenze marittime del passato, dalla Venezia medievale all'Inghilterra moderna. Se testi e argomentazioni dei giuristi del passato sono lontane per tempi e tematiche da questa nostra riflessione, la contrapposizione tra prospettive libertarie e privatistiche del mare rimane comunque attualissima e riguarda tutti. O almeno quelli che pretendono che il mare sia considerato, tutelato e vissuto come un bene comune. Gratuità e libertà di affaccio, cammino e nuoto. Gratuità e libertà di navigazione e ormeggio. Perché, va ricordato, che le acque e le coste sono demaniali, quindi destinate all'uso di tutti i cittadini. Al contrario da diversi decenni assistiamo ad una indiscriminata privatizzazione delle rive, in virtù di indebite alienazioni o altrettanto discriminatorie concessioni o di recentissimi diritti di superficie. La libertà del mare è un dono che va difeso e, al tempo stesso, goduto tutti i giorni. Le due cose hanno strettissima attinenza con le pratiche del camminare, del nuotare, del navigare. Azioni che hanno oggi anche una valenza politica. Perché camminiamo in riva per manifestare il diritto all'accesso, nuotiamo nelle acque costiere per pretendere qualità ambientale, navighiamo lungocosta o al largo per controllare il buon uso di una risorsa comune. Attività che consentono di vivere appieno il nostro mare quotidiano.

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