Racconti di isole, venti, vele, nuoto e remi, oltre a qualche idea sul nostro mare quotidiano - Fabio Fiori

martedì 14 dicembre 2010

Biblioteca di mare e di costa


“Tutte le tempestose passioni dell'umanità, ... sono trascorse come immagini riflesse in uno specchio, senza lasciare traccia sul misterioso volto del mare”
Joseph Conrad


Nella scelta fatta da Marilena Giammarco di mettere “I dioscuri” di Giorgio de Chirico, nella copertina del suo nuovo libro (“Il «verbo del mare». L'Adriatico nella letteratura I. Antichi prodormi, riletture moderne”; 2009. Palomar, Bari; pp 208, € 20), emerge in maniera chiara lo strettissimo legame tra la cultura greca classica e l'Adriatico. Ma “Castore e Polluce, luce e ombra”, sono anche una perfetta metafora della duplicità adriatica, dell'opposizione tra Oriente e Occidente, tra settentrione e meridione, tra continentalità europea e marinità mediterranea, tra nebbia e sole, tra sabbie e rocce, tra bora e garbino. Il libro è pubblicato nella Collana Odeporica, diretta da Giovanna Scianatico, strumento editoriale del Centro Interuniversitario Internazionale di Studi sul Viaggio Adriatico ( www.viaggioadriatico.it ).
Ritornando alla dimensione storica riassunta dall'autrice, Spina, Pharos sull'isola di Lissa e Ancona sono solo i più famosi degli scali greci presenti in Adriatico, punti d'arrivo per quei coloni che trovarono lungo le sponde di questo mare un sicuro e proficuo approdo. Ma quegli empori divennero anche snodi fondamentali per la diffusione della cultura greca in Occidente.
Questo della Giammarco è il primo volume di un'opera dedicata alla riscrittura di “un'altra storia” dell'Adriatico, a partire dalla letteratura. A riguardo è necessario evidenziare come questo Mare Superum latino che poi per secoli sarà il Golfo di Venezia, abbia ispirato centinaia di autori, di culture e provenienze differenti che, con i loro testi, hanno lentamente contribuito a costruire una delle più ricche letterature se non proprio marinaresche comunque d'ambiente marino. Questo lavoro partendo dalla natura e dai miti dell'Adriatico, tra cui quelli delle misteriose isole Elettridi e delle bellissime isole Tremiti, ricostruisce una geografia “Per acque e per terre”, articolata in pelago e rive, laghi e lagune, fiumi, montagne e isole, per concludersi infine con le narrazioni di “Tempeste e naufragi”, dall'età classica alla seicentesca “Dodicesima notte” di Shakespeare, ambientata in un'imprecisata città dell'Illiria. Un libro che oltre ad essere una preziosa antologia adriatica restituisce “l'infinità varietà delle forme che lo compongono”, utilissime anche a dimostrare la sua “irriducibile sovranazionalità”, senza dimenticare che “L'Adriatico non è solo il mare di D'Annunzio”.

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