Racconti di isole, venti, vele, nuoto e remi, oltre a qualche idea sul nostro mare quotidiano - Fabio Fiori

venerdì 24 settembre 2010

Il nostro mare quotidiano

Spiagge libere! scrivevo nel luglio scorso, auspicando anche la nascita di una rete nazionale per rivendicare il diritto di libero accesso al mare. Con grande soddisfazione inserisco quindi il collegamento al comitato “Spiaggia bene comune”, per la tutela “del litorale del XIII Municipio di Roma”, molto ben organizzato anche per quanto riguarda la comunicazione e l'informazione sul web. Un comitato che si va ad aggiungere agli altri che con tenacia lavorano da anni in Italia, dove la privatizzazione delle spiagge continua nella sua implacabile marcia, a dispetto di tutte le riflessioni critiche in atto sui beni comuni. Perciò insisto sulla necessità che le singole istanze locali riescano a coordinasi per dar forza all'idea che il mare e le sue rive, in un paese immerso nel Mediterraneo, sia il primo dei beni/spazi comuni.
A riguardo di spazi, intesi come beni comuni, è di oggi un lungo articolo di Marc Augé sulla prima pagina di Repubblica. Uno scritto in cui l'antropologo francese riflette, a partire dalla sua personale esperienza, sull'importanza dei parchi pubblici nelle città. Scrive Augé: “Va bene creare stadi, piscine, luoghi strutturati per la formazione di «corpi efficacemente disciplinati», ma è bene anche lasciare che si crei qualche luogo di libera espressione di sé e di confronto con gli altri in spazi che permettono tutto senza imporre nulla”. Una descrizione, quest'ultima, che restituisce perfettamente la fondamentale importanza anche educativa delle spiagge, di quelle libere ovviamente. Le spiagge libere sono infatti, a partire dall'esperienza di chi vive sul mare, “spazi che permettono tutto senza imporre nulla”, che consentono di passeggiare o abbronzarsi, di leggere o guardare l'orizzonte, di giocare o scoprire la natura, a due passi dalle nostre case, in tutte le stagioni dell'anno. Già perché, che ci piaccia o meno, le coste italiane sono ormai un'unica infinita riva urbana, di cui le spiagge devono essere il naturale spazio pubblico di libero e gratuito accesso.

venerdì 10 settembre 2010

Biblioteca di mare e di costa


"Tutte le tempestose passioni dell'umanità, ... sono trascorse come immagini riflesse in uno specchio, senza lasciare traccia sul misterioso volto del mare”
Joseph Conrad


Scrivevo qualche settimana fa dei piaceri del nuoto, inteso come esercizio fisico e spirituale. Esercizio che con passione continuo a praticare nelle tiepide acque di casa, adriatiche e settembrine.
Al nuotatore “questo eroe” è dedicato il libro di Charles Sprawson “L'ombra del massaggiatore nero”, uscito in Inghilterra nel 1992 e tradotto qualche anno dopo in Italia, per Adelphi. Un testo che malgrado un eccesso di citazionismo e un troppo ampio respiro internazionale, rimane una piacevole lettura, utile a comporre un quadro del nuoto dalla supremazia inglese dell'Ottocento fino agli anni Trenta del Novecento, definito dall'autore il decennio giapponese. Non mancano i riferimenti alla classicità greca e romana, sia sul versante mitologico che storico. Ampio risalto è dato poi agli scrittori nuotatori, dalle note vicende acquatiche romantiche di Byron e Shelley a quelle meno note, ma forse ancor più affascinanti, del regista Akira Kurosawa e Yukio Mishima. “Se Shelley fu il più commovente dei nuotatori, Byron fu universalmente considerato il più grande dei suoi tempi”, Byron che a proposito della sua traversata dell'Ellesponto diceva: “Di quest'impresa vado fiero più che di qualsiasi altra opera, sia politica sia poetica sia retorica”. Dopo un secolo, dall'altra parte della Terra, Kurosawa e Mishima partendo dalla loro esperienza, attribuirono al nuoto una straordinaria importanza, trasponendo questo loro amore in film e libri memorabili. Nelle sue pagine Sprawson, intersecando il vissuto personale alla dimensione saggistica, ha cercato di indagare “La peculiare psicologia del nuotatore, il suo «sentire l'acqua»”.
Più in generale credo che il mare sia una grande palestra per allenare il “sentire”, anche attraverso il quotidiano esercizio del nuoto nelle acque delle nostre città.

mercoledì 1 settembre 2010